Ricettario Tipico Feb 2016 – Made in Italy Ingredienti di Successo

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persone straordinarie

[…] Alle volte la vita ti fa incontrare persone straordinarie. […] Marco è un personaggio profondo, umile, capace di ascoltare il prossimo, che mostra una costante e spiccata sensibilità al mondo che lo circonda. […] I suoi brani, rilasciano sonorità e colori che sanno “arrivare” a chi li ascolta. La sua musica è capace di rapire, di inebriare e stupire; […] tecnica del suono, teoria, ritmo, orecchio, capacità interpretativa, carattere, colore e soprattutto, ricerca di sonorità talvolta eteree, talvolta penetranti, calde e profonde.

Marco Lo Russo ph by Juozas Sirusas
Marco Lo Russo ph by Juozas Sirusas

Conosciamo bene la sua autocritica e probabilmente è questo che rende particolari le sue composizioni. Per lui, la ricerca verso la perfezione sonora non ha mai fine, tanto che viene definito […] poliedrico e un futurista inconsapevole. Raggiunge dimensioni sonore che non appartengono né al passato né ai nostri giorni, una visione rinascimentale della compenetrazione fra arti fa di lui l’artista a tutto tondo. […] dotato di grande maestria nel gestire il suono nella sua essenza tanto che in molte delle sue composizioni, si avvertono tendenze armoniche, colori e “sapori” di luoghi nei quali è acclamato. […] Stravolgere e colpire nel segno è parte del suo essere e, se fino ad oggi la fisarmonica ci ha accompagnato in banchetti popolari, nell’ambito dell’“inconsapevole futurismo” e in qualità di personaggio “eclettico” e stravagante, il nostro Maestro e Musicista italiano può lasciarci intravedere uno spiraglio di cambiamento culturale che potrà stravolgere l’idea che si è sempre avuta per la musica originata da questo strumento.

PDF Ricettario Tipico Feb 2016 n 2

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Raccontaci un po’ di te e del tuo percorso artistico.

Marco Lo Russo ph by Juozas Sirusas
Marco Lo Russo aka Rouge ph by Juozas Sirusas

MLR: Mi avvicinai alla musica per gioco con dei corsi pomeridiani istituiti nella scuola elementare che frequentavo. Alla fatidica domanda – che strumento vuoi suonare – risposi: “a nonna piace la fisarmonica” – così iniziai un’avventura che nel tempo, mi gratificava sempre di più. Nei pomeriggi, dopo aver fatto i compiti, mentre guardavo la televisione, “ad orecchio”, eseguivo le colonne sonore dei cartoni animati che seguivo. Per me suonare era un passatempo e un modo di vivere il cambiamento, risultanza del trasferimento dalla città alla campagna. Si perché avevo 8 anni quando la mia famiglia si trasferì dalla città di Latina, nella campagna di Sermoneta. Quello che consideravo un gioco, nel tempo diveniva sempre più interessante e con poco, riuscivo ad ottenere piacevoli risultati: partecipavo a concorsi e li vincevo, poi potevo suonare le colonne sonore dei miei cartoni preferiti. Da lì in poi capii, in adolescenza, che questo gioco diveniva sempre più una passione irresistibile e a 16 anni, decisi che la musica sarebbe divenuta la mia espressione di vita nel mondo. Iniziai gli studi in Conservatorio dapprima sostenendo esami in qualità di privatista e poi, frequentando rispettivamente i Conservatori di Pesaro, Bologna, Roma e Milano. Grazie al supporto della mia famiglia, che da sempre mi è vicina, mi sono laureato anche al DAMS di Bologna in Storia della musica moderna e contemporanea. A tutto questo, ho avuto la fortuna di affiancare fin da subito l’attività artistica. All’inizio suonavo presso feste ed eventi locali a scopo dilettantistico poi, a 18 anni, iniziai le prime collaborazioni nazionali: da Daniele Silvestri e molti atri, sino al trascorrere diversi anni al fianco di Nicola Piovani (premio Oscar per la Colonna Sonora del film La Vita è Bella di e con Roberto Benigni). A 30 anni mi esibii come solista al Teatro dell’Opera di Roma mentre tenevo diverse collaborazioni televisive per la RAI e TV2000. Da questo momento in poi inizia l’attività internazionale che mi conduce a tenere concerti in giro per il mondo, scrivendo e producendo musica per solisti, cinema, teatro e TV.

L’importanza di una identità ha un punto inizio. Quando è stato il momento culminante durante il quale hai iniziato a percepire la tua identità musicale?
MLR: Non posso datare un momento esatto in cui ho percepito una mia identità perchè in realtà, sono in costante ricerca e l’identità non si struttura ma si evolve continuamente. Per me l’importanza non si quantifica in risultati ma nel percorso che si compie. Ogni giorno cerco di mettermi in discussione per cercare di comunicare la mia percezione di vita attraverso la musica. Sicuramente, posso affermare che il confronto con grandi personalità ha dato conferme alle mie percezioni e l’aver pubblicato diversi dischi, dal 2005 in poi, con mie composizioni, può essere un segno tangibile di una identità musicale.

Ci sono punti di riferimento nella tua vita o Maestri che hanno ispirato il tuo percorso artistico?
MLR:
Sicuramente i grandi classici e uno di questi è J.S. Bach. Quasi tutti i giorni, al pianoforte eseguo un suo Preludio per trovare nuove vie e ispirazioni.

Il tuo rapporto con la musica è sempre sintonico?
MLR:
Amo la pace e cerco di essere in sintonia. Per me avere armonia intorno è fondamentale e così, anche nella musica, non vivo conflittualità ma una serena e profonda unione tra animo e creatività. Sicuramente ho attraversato fasi più tumultuose in cui la creatività ne giovava ma ora non è così. Per fare musica necessito prima di tutto di silenzio interiore e anche per questo ho scelto di continuare a vivere in campagna tra la natura e gli animali.

Cosa provi quando ti immergi nel tuo strumento, suonando davanti al tuo folto pubblico?
MLR: Una piacevolissima sensazione di abbandono in cui cerco di tirar fuori tutto. Quando suono, prima di tutto cerco di entrare in contatto con la parte più profonda di me e riemergo a brano ultimato. Nell’atto esecutivo, volo dentro le mie emozioni ricordi e colori, poi torno nel mondo.

Tra le tue esperienze e performance, quali principalmente ricordi con più soddisfazione?
MLR: Ci sono tantissime esperienze che mi hanno arricchito e che mi hanno segnato. Mi sento molto, molto fortunato. Sicuramente il Teatro dell’Opera, il Festival Leo Brouwer a Cuba, i diversi tour in Europa e l’essermi esibito per Papa BenedettoPapa Francesco.

La tua massima aspirazione?
MLR: Essere in pace con il mondo, vivere di musica e un giorno, avere una famiglia di cui prendermi cura.

La fisarmonica è uno strumento che non è poi così facile da suonare. Ce ne parli?
MLR: Diciamo che la principale difficoltà della fisarmonica è il suo non naturale approccio iniziale. I primi passi con la fisarmonca non sono proprio semplici. Proprio per questo motivo sto lavorando alla pubblicazione di un testo che faciliti l’approccio iniziale verso lo strumento, anche per i dilettanti tuttavia, mi rendo conto che suonare due tastiere contemporaneamente, destra e sinistra, mentre si aziona un mantice per creare la pressione d’aria necessaria a generare suono, non è proprio una cosa che si effettua con estrema naturalezza. Ci vuole un minimo di coordinamento e concentrazione ma è fattibile. La grande gratificazione per la difficoltà iniziale è poi riuscire a controllare in totalmente l’emissione sonora,come si fa con le corde vocali.

Un aggettivo che utilizzeresti per autodescriverti?
MLR: Leale.

Una persona importante, che ha segnato il tuo percorso musicale?
MLR: Mia mamma Palma che, pur non essendo musicista, mi ha molto sostenuto e spronato a migliorarmi e mai ad adagiarmi. Mi ha insegnato molto e dato tantissimo dal punto di vista caratteriale. Mi ha permesso di sviluppare un profondo senso del dovere del sacrificio, del rispetto, della lealtà e della correttezza verso gli altri.

Tu sei anche un docente di conservatorio dove insegni teoria ritmica e percezione musicale oltre che fisarmonica, repertori e prassi esecutive, arrangiamento e composizione, jazz e informatica musicale. I tuoi allievi come ti percepiscono? Che rapporto instauri con loro? Sei severo?
MLR: Non potrei descriverla in maniera esaustiva perché penso che dovremmo chiederlo a loro, ma dal numero delle presenze durante i miei corsi, penso siano interessati soprattutto al modo con cui affronto le diverse discipline. Ulteriore indice di questa affermazione sono i numerosi contatti che ho ancora, anche con allievi che non frequentano più i miei corsi. Mi chiedono consigli e spesso scambiamo idee e informazioni. Cerco di instaurare con gli studenti un rapporto di rispetto e stima, ovviamente, trasferendo il massimo per far si che diventino responsabili e autonomi. Non sono severo ma esigente sicuramente, consentendo loro di entrare immediatamente nell’ottica lavorativa. Molto spesso nel nostro lavoro il tempo equivale al denaro e quindi avere un’ottima preparazione, è fondamentale per affrontare il mercato del lavoro in modo sereno.

Sei una persona semplice ma puoi vantare nel tuo percorso incontri davvero importanti. Senza togliere nulla a nessuno, quale personaggio, tra quelli con cui hai collaborato ti ha maggiormente segnato?
MLR: 
Sicuramente il compositore, direttore d’orchestra, chitarrista cubano Leo Brouwer. Non solo dal punto di vista professionale ma anche umano. Oggi posso annoverarlo tra i miei amici e questo è avvenuto in maniera naturale perché è in primis una persona straordinaria che con umiltà e semplicità, si pone con naturalezza davanti al mondo. Un vero grande!

Una frase per il tuo pubblico?
MLR:
Mi sento molto fortunato di poter esprimere me stesso attraverso la musica e spero di poterlo fare ancora per molto tempo. Per questo ringrazio tutte le persone che mi sostengono. Cercando di migliorarmi sempre di più, spero di vedervi ai miei concerti!

Ricettario Tipico
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